Amatissimi Fratelli, gentilissime signore, gentili signori, graditi ospiti
Grazie a tutti di essere qui. Per noi liberi muratori è un preciso dovere e un diritto partecipare ai lavori annuali della Gran Loggia che si svolgono a Rimini. Fa parte del nostro quotidiano impegno di essere massoni e della consapevolezza di doverci continuamente migliorare con il confronto, con il dialogo, che fanno crescere la nostra Comunione, che in Europa continua con il vento in poppa la sua fase di arricchimento numerico e qualitativo delle colonne. Ad oggi i liberi muratori del Grande Oriente d’Italia sono 22.703 e sono presenti in tutte le province italiane. Da qualche settimana anche a Matera.
Purtroppo, dopo tanti anni, ci manca il sorriso di Renato Boeri, passato all’Oriente Eterno il giorno di Pasqua.
Per gli ospiti, fra i quali numerosi familiari, amici, amanti del libero pensiero e della laicità, oppure per chi si trova qui stasera per la prima volta e vuole soddisfare la propria curiosità, è l’occasione per conoscere da vicino la nostra meravigliosa storia, la nostra ultrasecolare progettualità finalizzata, anche attraverso la solidarietà, e il lavoro nei templi ed esterno, esclusivamente a beneficio dell’Uomo e della Società in cui vive.
Stasera e negli altri due giorni di lavori in questo Palacongressi tutti Voi potrete vedere migliaia e migliaia di volti. Sono quelli di tantissimi fratelli, massoni volenterosi e laboriosi che non usano cappucci per nascondersi, e che orgogliosamente indossano un grembiule, dei guanti bianchi e mostrano uno straordinario senso di appartenenza alla Massoneria del Grande Oriente d’Italia-Palazzo Giustiniani. Sono certo che chi lo vorrà potrà conoscere la Libera Muratoria Universale come essa è realmente, bandendo tutti gli stereotipati, spesso beceri ed accusatori luoghi comuni.
Non tutti i fratelli del Grande Oriente sono qui. Molti sono a casa o negli ospedali. Ne ricordo uno, per tutti. Si chiama Francesco, combatte una battaglia dura, ma la vincerà.
I liberi muratori sono uomini di ieri, di oggi e di domani. Sono uomini della Tradizione e di una nobile Arte, sono uomini senza tempo e senza età che vanno perennemente ad una scuola speciale, dove si insegnano le dure materie della fratellanza, dell’umiltà, della tolleranza, della solidarietà, dell’amore e dove, attraverso una lunga e paziente pratica, si rinvigoriscono le virtù e si dominano, non senza fatica, i vizi.
Noi Massoni siamo eterni operai di un cantiere infinito. Ognuno ci mette la propria passione, il proprio impegno, il coraggio, i propri talenti. Noi Liberi Muratori siamo come Alberto, che viveva nelle montagne del Casentino. Da vecchio non riusciva più andare in loggia. La sera della tornata si chiudeva nella sua stanza e leggeva il rituale da solo.
Noi siamo come Silvano, 92 anni, di Massa marittima. Mi ha detto: “Alla mia età mi devo fermare”. Ha 92 anni. Ma con il cuore c’è. È qui con noi.
Siamo come Michele di Vasto, in Abruzzo. Un anno e mezzo fa durante una tornata rituale fece una domanda insolita al maestro venerabile: “Vorrei abbracciare il gran maestro”. Aveva capito che il suo gran maestro, in quel momento più che mai, aveva bisogno di un abbraccio fraterno. Noi siamo come il mitico Masuccio di Alghero. Come Aurelio di Locri, che ogni mattina con una mail augura ai fratelli una buona giornata dal cuore della Calabria, di quella regione che avrebbe sostenuto la mia elezione con la forza della ‘ndrangheta, e’ stato detto. Vergogna, vergogna, vergogna.
Michele, Aurelio, Silvano, Francesco, Masuccio sono virtualmente presenti.
Noi siamo questi, i liberi muratori del terzo millennio sono questi.
Le nostre coscienze sono pulite, così come le nostre azioni e le nostre idee che in questo difficile momento sono rivolte all’Italia, la nostra meravigliosa Nazione.
Noi del Grande Oriente, pensiamo con forza e intatta fiducia alla nostra amata Repubblica che fra qualche mese compirà 70 anni. Una bellissima signora in abito tricolore che merita ammirazione, dignità e rispetto. Come merita dignità e rispetto la nostra Costituzione, nei cui articoli sono elencati in maniera chiara ed efficace, senza interpretazioni e vacui giri di parole, gli ineludibili e sacri principi di libertà, uguaglianza, solidarietà, fratellanza. Una “Costituzione da amare”, come l’amò Meuccio Ruini, massone del Grande Oriente d’Italia, e presidente della Commissione dei 75, che partecipò alla redazione della Carta insieme a tanti altri padri nobili.
È anche per ricordare il loro grande esempio e la loro infinita aspirazione di dare all’Italia un futuro di pace e serena operosità, che noi uomini del Grande Oriente d’Italia abbiamo sentito e sentiamo particolarmente questa ricorrenza, ed abbiamo inteso celebrarla adeguatamente organizzando una significativa serie di convegni in tanti luoghi simbolo del Paese. Luoghi di lavoro e di diritti al lavoro come Terni e Piombino. Luoghi di integrazione come la moschea di Colle Val d’Elsa. Luoghi di spiritualità come il tempio valdese di Torre Pellice.
Luoghi in cui ri-unire l’Italia e non ri-dividerla, come Reggio Calabria Lipari e il Sud. Luoghi in cui parlare di valori e di principi da perseguire. Per parlare di cultura, scuola, merito, diritti. Parlare di un nuovo sogno possibile: quello di contribuire tutti insieme alla rinascita del nostro Paese. Nei nostri piccoli e grandi comuni, sul mare e in montagna facciamo tutti e spediamo nel mondo un gigantesco selfie con l’hashtag #io amo la Repubblica, io sono l’Italia. Un’Italia che deve diventare il laboratorio della speranza, come ci ha invitato a fare il presidente del consiglio Matteo Renzi.
Rispondiamo così, rinnovando l’amore per l’Italia, a chi pensa che con la globalizzazione e l’Era del virtuale l’identità nazionale sia roba da mettere in secondo piano assieme ai forti valori sui quali è nata la nostra nazione e sui quali dobbiamo batterci per consentire al Paese di avere un futuro solare e che tuteli i diritti di ogni uomo.
Come ha fatto Marco Pannella, paladino dei diritti umani e civili.
E a proposito di diritti, noi del Grande Oriente d’Italia da tempo ne reclamiamo uno a gran voce: nel pieno rispetto delle Leggi e con un’inesauribile energia, non ci stancheremo mai di rivendicare la piena attuazione di quell’accordo con il Senato e il Ministero delle Finanze che ci riconoscevano dopo anni di lettere e carta bollata, quei 120 metri quadri di Palazzo Giustiniani, la nostra antica e amata casa, per realizzare il museo della Massoneria italiana.
Ebbene, noi quel museo lo desideriamo più di ogni altra cosa. Noi quel museo lo vogliamo fare! Ecco perché stiamo percorrendo tutte le vie possibili e siamo pronti anche ad esperire quella di ulteriori azioni pur di ottenere quello che ci spetta. Dobbiamo realizzarlo il Museo della Massoneria in memoria e in segno di eterna gratitudine per tutti gli uomini che hanno contribuito a fare l’Italia. Uomini coraggiosi, forti e saggi come il Gran Maestro eletto Achille Ballori che, come si è potuto sentire nella bella e drammatica ricostruzione curata dal nostro appassionato bibliotecario Dino Fioravanti, in quel palazzo perse la vita per mano armata di un folle cui qualcuno aveva fatto credere che i suoi problemi derivavano dalla Massoneria. Queste sono le chiavi di quel palazzo. Le abbiamo ritrovate durante un trasloco. Con queste chiavi il nostro fratello Mario Sacconi ha chiuso per l’ultima volta quella porta. Mario ha novant’anni, vive a Roma. Mi dice spesso: “Gran Maestro, vorrei tornare a Palazzo Giustiniani prima di passare all’oriente eterno”. E Mario ci deve tornare. deve essere lui a riaprire quella porta. Dobbiamo farlo per lui. Mario è al telefono, ora, collegato con tutti voi. Vi vuole salutare…
Quella porta vogliamo riaprirla per Mario ma anche per tutti noi. Ce lo meritiamo. Sì, possiamo gridarlo ad alta voce senza paura di nessuno, noi liberi muratori del terzo millennio lo meritiamo ampiamente per l’impegno, il coraggio e la passione che ci mettiamo e continueremo a mettere. Lo meritiamo per il grande cuore che abbiamo dimostrato di possedere e per la nostra benefica azione che da qualche tempo è vista sotto una luce diversa, e direi significativa, anche da chi ci ha persino scomunicati.
Noi non siamo una Religione né una Chiesa, né vogliamo diventarlo. Siamo solo una grande Istituzione che oggi viene guardata senza pregiudiziali anche dalla Chiesa. Come non essere lieti del fatto che il cardinale Gianfranco Ravasi ha scritto di dialogo con i massoni, di valori comuni e condivisi sui quali confrontarsi superando ottuse chiusure e abbandonando i pregiudizi e le accuse del passato. Ho risposto al Cardinale manifestando l’importanza storica della sua riflessione ed auspicando l’avvio di un fecondo dialogo che per i massoni è sempre stato alla base di ogni serena, pacifica, civile e necessaria convivenza.
Sono sempre più convinto che il cardinale abbia avuto un grande coraggio nel riflettere, senza pregiudizi, sulla Massoneria. E noi, pur mantenendo ferma la nostra identità e il rifiuto di ogni dogma, non possiamo non avere altrettanto coraggio cercando un dialogo fra forze che operano per il Bene comune. La Libera Muratoria non è contraria alla Chiesa, rispetta tutte le Religioni e il credo dei propri iscritti.
Non è più tempo di aprioristiche divisioni e non è più tempo di crociate e inquisizioni contro niente e nessuno. Oggi, le Istituzioni spirituali e laiche, devono unirsi, lottare insieme per sconfiggere il terrorismo e i fanatici spacciatori di odio e di morte che vogliono seminare distruzione e paura in Europa e in altre parti del Mondo. Gli uomini invece devono rispettare tutti gli uomini, e garantire i diritti di tutti. A partire da quello alla vita e ad un’esistenza degna per qualsiasi essere umano. E gli uomini devono rispettare i diritti della Terra, salvaguardandola ed amandola come una madre, e senza saccheggiarne le risorse come è stato fatto da troppo tempo.
Noi liberi muratori, siamo consapevoli di avere gli stessi diritti degli altri uomini ma anche più doveri rispetto ad essi. Ecco perché abbiamo scelto questo impegnativo tema quest’anno come titolo dei Lavori della Gran Loggia del Grande Oriente d’Italia-Palazzo Giustiniani. È quanto di più attuale, di più sublime, ma anche di più problematico allo stesso tempo si possa discutere e mettere in pratica. I Doveri dell’Uomo e i Diritti della Terra sono strettamente legati. Sono qualcosa che riguardano tutti noi, tutta l’Umanità, e che dobbiamo sentire vivi e pulsanti dentro di noi.
Doveri e Diritti che dobbiamo avere veramente a cuore, che dobbiamo perseguire con forza e vigore, che dobbiamo attuare e difendere: da quelli civili e politici, a quelli economici, sociali, al lavoro, all’istruzione, al diritto alla salute, fino a quello della Vita.
Doveri e Diritti che sembrano scontati e che invece ancora oggi sono spesso oscurati dalle nebbie della Ragione.
Ci sono tanti report dell’Onu, dell’Unicef, di Amnesty, e di altri organismi internazionali che parlano purtroppo in modo sin troppo crudo e che ci devono fare riflettere ed agire senza zone d’ombra per ripristinare il Bene dell’Uomo dove manca del tutto o in parte. A partire dai diritti dell’infanzia. Bambini e bambine, per esempio, nel mondo, sono violati nell’età più bella dal turpe fenomeno dell’arruolamento per farne dei soldati bambini. I conflitti armati condotti da forze ribelli o da milizie governative li costringono a combattere, a portare rifornimenti, a fare da scudi umani. Tutti abbiamo visto anche le immagini scioccanti di bambini che imbracciano delle armi e sparano uccidendo in nome dell’Isis. L’Umanità non deve e non può consentire che si servano di essi per far passare tali messaggi disumani e angoscianti.
C’è anche l’altra piaga mondiale dello sfruttamento del lavoro minorile e quella ancora più abietta dell’abuso dei minori a scopo sessuale. Crimini orrendi che ci devono fare riflettere, indignare e soprattutto costruire in tempi non biblici un domani migliore per tutta la gioventù del mondo. Così come, e qui, i numeri sono drammaticamente esponenziali come un pozzo senza fondo che finisce nelle viscere della Terra, non possiamo non pensare a quei milioni e milioni di esseri che tutt’ora patiscono la fame e la sete. Che muoiono per denutrizione e malattie.
Ma in tema di diritti da assicurare, la mente di ogni uomo non può più ignorare, e la coscienza dei capi di stato non può non illuminarsi, di fronte alla sempre più drammatica questione dei rifugiati. Una vicenda che, lontana dal trovare una seria ed umana soluzione condivisa, vede una moltitudine impegnata ancora a parlare solo e soltanto di quote, come si faceva anni fa con le famose quote latte. Peccato che si tratti di vite, di bambini, di uomini e donne, Noi liberi muratori vogliamo una più umana considerazione.
Non ci sono ultimi della Terra, ma primi doveri nei confronti degli ultimi!
Così come dobbiamo avere tutti una maggiore e piena consapevolezza dei diritti della Terra. Un grande e saggio capo pellerossa, in una toccante lettera indirizzata ad un presidente americano, rispose così a chi gli chiedeva di vendere dietro compenso le terre dei suoi avi: “Non è la Terra che appartiene all’Uomo, è l’Uomo che appartiene alla Terra”.
Queste bellissime parole ci devono fare meditare su un altro grandissimo tema che riguarda tutti noi e il futuro del Pianeta, a rischio per mano ed a opera dell’Uomo, un essere capace di compiere straordinarie imprese ma anche inqualificabili follie.
Abbiamo sconvolto il sistema ecologico, il clima, inquinato fiumi e mari. E di fronte a tutto questo, di fronte all’esplosione demografica di alcune zone del globo ed alla crescente richiesta di cibo che tante popolazioni non hanno, a discapito di altre che sono meno affollate e più ricche, continuiamo ancora a pensare in modo egoistico e cercando di fare solo gli interessi di alcuni popoli a discapito di altri.
No, carissimi fratelli, la Massoneria è Universale come la Terra e deve riunire ciò che è sparso. Battersi per favorire prospettive di crescita che possono coniugare le esigenze della Terra e quelle dell’Uomo, cancellando tante ingiustizie e iniquità che mettono a rischio tutti i possibili futuri del Mondo.
Potrà dirsi, oggi più che mai, veramente saggio l’Uomo che si renderà protagonista di un tale sviluppo per l’Umanità. Noi massoni, abbiamo le capacità e le forze per farlo, grazie all’interminabile catena d’amore e solidarietà che la Libera Muratoria è in grado di sollevare in qualsiasi momento, al contrario degli odiosi muri dell’odio e della separazione, in ogni angolo della superficie terrestre. Con orgoglio e responsabilità gridiamolo orgogliosamente a tutti: La Massoneria e’ Vita ed è bellezza. E’ emozione. Dove c’è un massone, anche un solo massone, c’è sempre un difensore del diritto ed una fondata speranza di lavorare sempre per una causa giusta.
E i liberi muratori per fortuna sono tanti e decisi nella loro Arte Reale. Hanno braccia solide e la nobile dignità impressa nelle facce dei marinai di Fabrizio De Andrè, in quell’autentico capolavoro degli anni Ottanta che è la canzone “Creuza De Ma”, che significa “Vicolo di mare”. Essi partono da quei vicoli, navigano, pescano e fanno ritorno a casa. Sono diversi ma affratellati da usi, ritmi, gesti, vocaboli che si sono miscelati e uniformati. Dalle coste del Nord Africa, a quelle balcaniche, elleniche e mediorientali, le città di mare che si affacciano sul Mediterraneo hanno culture e porti diversi ma in esse batte uno stesso cuore antico ed universale. Unico e coraggioso come quello della Libera Muratoria e della sua necessaria, ed ineguagliabile Tradizione.
Noi liberi muratori siamo come le Farfalle, abbiamo due ali, quella della passione e quella della ragione. Voliamo, come le Farfalle, con Forza, Coraggio e rinnovato Vigore.
Per gli ospiti, fra i quali numerosi familiari, amici, amanti del libero pensiero e della laicità, oppure per chi si trova qui stasera per la prima volta e vuole soddisfare la propria curiosità, è l’occasione per conoscere da vicino la nostra meravigliosa storia, la nostra ultrasecolare progettualità finalizzata, anche attraverso la solidarietà, e il lavoro nei templi ed esterno, esclusivamente a beneficio dell’Uomo e della Società in cui vive.
Stasera e negli altri due giorni di lavori in questo Palacongressi tutti Voi potrete vedere migliaia e migliaia di volti. Sono quelli di tantissimi fratelli, massoni volenterosi e laboriosi che non usano cappucci per nascondersi, e che orgogliosamente indossano un grembiule, dei guanti bianchi e mostrano uno straordinario senso di appartenenza alla Massoneria del Grande Oriente d’Italia-Palazzo Giustiniani. Sono certo che chi lo vorrà potrà conoscere la Libera Muratoria Universale come essa è realmente, bandendo tutti gli stereotipati, spesso beceri ed accusatori luoghi comuni.
Non tutti i fratelli del Grande Oriente sono qui. Molti sono a casa o negli ospedali. Ne ricordo uno, per tutti. Si chiama Francesco, combatte una battaglia dura, ma la vincerà.
I liberi muratori sono uomini di ieri, di oggi e di domani. Sono uomini della Tradizione e di una nobile Arte, sono uomini senza tempo e senza età che vanno perennemente ad una scuola speciale, dove si insegnano le dure materie della fratellanza, dell’umiltà, della tolleranza, della solidarietà, dell’amore e dove, attraverso una lunga e paziente pratica, si rinvigoriscono le virtù e si dominano, non senza fatica, i vizi.
Noi Massoni siamo eterni operai di un cantiere infinito. Ognuno ci mette la propria passione, il proprio impegno, il coraggio, i propri talenti. Noi Liberi Muratori siamo come Alberto, che viveva nelle montagne del Casentino. Da vecchio non riusciva più andare in loggia. La sera della tornata si chiudeva nella sua stanza e leggeva il rituale da solo.
Noi siamo come Silvano, 92 anni, di Massa marittima. Mi ha detto: “Alla mia età mi devo fermare”. Ha 92 anni. Ma con il cuore c’è. È qui con noi.
Siamo come Michele di Vasto, in Abruzzo. Un anno e mezzo fa durante una tornata rituale fece una domanda insolita al maestro venerabile: “Vorrei abbracciare il gran maestro”. Aveva capito che il suo gran maestro, in quel momento più che mai, aveva bisogno di un abbraccio fraterno. Noi siamo come il mitico Masuccio di Alghero. Come Aurelio di Locri, che ogni mattina con una mail augura ai fratelli una buona giornata dal cuore della Calabria, di quella regione che avrebbe sostenuto la mia elezione con la forza della ‘ndrangheta, e’ stato detto. Vergogna, vergogna, vergogna.
Michele, Aurelio, Silvano, Francesco, Masuccio sono virtualmente presenti.
Noi siamo questi, i liberi muratori del terzo millennio sono questi.
Le nostre coscienze sono pulite, così come le nostre azioni e le nostre idee che in questo difficile momento sono rivolte all’Italia, la nostra meravigliosa Nazione.
Noi del Grande Oriente, pensiamo con forza e intatta fiducia alla nostra amata Repubblica che fra qualche mese compirà 70 anni. Una bellissima signora in abito tricolore che merita ammirazione, dignità e rispetto. Come merita dignità e rispetto la nostra Costituzione, nei cui articoli sono elencati in maniera chiara ed efficace, senza interpretazioni e vacui giri di parole, gli ineludibili e sacri principi di libertà, uguaglianza, solidarietà, fratellanza. Una “Costituzione da amare”, come l’amò Meuccio Ruini, massone del Grande Oriente d’Italia, e presidente della Commissione dei 75, che partecipò alla redazione della Carta insieme a tanti altri padri nobili.
È anche per ricordare il loro grande esempio e la loro infinita aspirazione di dare all’Italia un futuro di pace e serena operosità, che noi uomini del Grande Oriente d’Italia abbiamo sentito e sentiamo particolarmente questa ricorrenza, ed abbiamo inteso celebrarla adeguatamente organizzando una significativa serie di convegni in tanti luoghi simbolo del Paese. Luoghi di lavoro e di diritti al lavoro come Terni e Piombino. Luoghi di integrazione come la moschea di Colle Val d’Elsa. Luoghi di spiritualità come il tempio valdese di Torre Pellice.
Luoghi in cui ri-unire l’Italia e non ri-dividerla, come Reggio Calabria Lipari e il Sud. Luoghi in cui parlare di valori e di principi da perseguire. Per parlare di cultura, scuola, merito, diritti. Parlare di un nuovo sogno possibile: quello di contribuire tutti insieme alla rinascita del nostro Paese. Nei nostri piccoli e grandi comuni, sul mare e in montagna facciamo tutti e spediamo nel mondo un gigantesco selfie con l’hashtag #io amo la Repubblica, io sono l’Italia. Un’Italia che deve diventare il laboratorio della speranza, come ci ha invitato a fare il presidente del consiglio Matteo Renzi.
Rispondiamo così, rinnovando l’amore per l’Italia, a chi pensa che con la globalizzazione e l’Era del virtuale l’identità nazionale sia roba da mettere in secondo piano assieme ai forti valori sui quali è nata la nostra nazione e sui quali dobbiamo batterci per consentire al Paese di avere un futuro solare e che tuteli i diritti di ogni uomo.
Come ha fatto Marco Pannella, paladino dei diritti umani e civili.
E a proposito di diritti, noi del Grande Oriente d’Italia da tempo ne reclamiamo uno a gran voce: nel pieno rispetto delle Leggi e con un’inesauribile energia, non ci stancheremo mai di rivendicare la piena attuazione di quell’accordo con il Senato e il Ministero delle Finanze che ci riconoscevano dopo anni di lettere e carta bollata, quei 120 metri quadri di Palazzo Giustiniani, la nostra antica e amata casa, per realizzare il museo della Massoneria italiana.
Ebbene, noi quel museo lo desideriamo più di ogni altra cosa. Noi quel museo lo vogliamo fare! Ecco perché stiamo percorrendo tutte le vie possibili e siamo pronti anche ad esperire quella di ulteriori azioni pur di ottenere quello che ci spetta. Dobbiamo realizzarlo il Museo della Massoneria in memoria e in segno di eterna gratitudine per tutti gli uomini che hanno contribuito a fare l’Italia. Uomini coraggiosi, forti e saggi come il Gran Maestro eletto Achille Ballori che, come si è potuto sentire nella bella e drammatica ricostruzione curata dal nostro appassionato bibliotecario Dino Fioravanti, in quel palazzo perse la vita per mano armata di un folle cui qualcuno aveva fatto credere che i suoi problemi derivavano dalla Massoneria. Queste sono le chiavi di quel palazzo. Le abbiamo ritrovate durante un trasloco. Con queste chiavi il nostro fratello Mario Sacconi ha chiuso per l’ultima volta quella porta. Mario ha novant’anni, vive a Roma. Mi dice spesso: “Gran Maestro, vorrei tornare a Palazzo Giustiniani prima di passare all’oriente eterno”. E Mario ci deve tornare. deve essere lui a riaprire quella porta. Dobbiamo farlo per lui. Mario è al telefono, ora, collegato con tutti voi. Vi vuole salutare…
Quella porta vogliamo riaprirla per Mario ma anche per tutti noi. Ce lo meritiamo. Sì, possiamo gridarlo ad alta voce senza paura di nessuno, noi liberi muratori del terzo millennio lo meritiamo ampiamente per l’impegno, il coraggio e la passione che ci mettiamo e continueremo a mettere. Lo meritiamo per il grande cuore che abbiamo dimostrato di possedere e per la nostra benefica azione che da qualche tempo è vista sotto una luce diversa, e direi significativa, anche da chi ci ha persino scomunicati.
Noi non siamo una Religione né una Chiesa, né vogliamo diventarlo. Siamo solo una grande Istituzione che oggi viene guardata senza pregiudiziali anche dalla Chiesa. Come non essere lieti del fatto che il cardinale Gianfranco Ravasi ha scritto di dialogo con i massoni, di valori comuni e condivisi sui quali confrontarsi superando ottuse chiusure e abbandonando i pregiudizi e le accuse del passato. Ho risposto al Cardinale manifestando l’importanza storica della sua riflessione ed auspicando l’avvio di un fecondo dialogo che per i massoni è sempre stato alla base di ogni serena, pacifica, civile e necessaria convivenza.
Sono sempre più convinto che il cardinale abbia avuto un grande coraggio nel riflettere, senza pregiudizi, sulla Massoneria. E noi, pur mantenendo ferma la nostra identità e il rifiuto di ogni dogma, non possiamo non avere altrettanto coraggio cercando un dialogo fra forze che operano per il Bene comune. La Libera Muratoria non è contraria alla Chiesa, rispetta tutte le Religioni e il credo dei propri iscritti.
Non è più tempo di aprioristiche divisioni e non è più tempo di crociate e inquisizioni contro niente e nessuno. Oggi, le Istituzioni spirituali e laiche, devono unirsi, lottare insieme per sconfiggere il terrorismo e i fanatici spacciatori di odio e di morte che vogliono seminare distruzione e paura in Europa e in altre parti del Mondo. Gli uomini invece devono rispettare tutti gli uomini, e garantire i diritti di tutti. A partire da quello alla vita e ad un’esistenza degna per qualsiasi essere umano. E gli uomini devono rispettare i diritti della Terra, salvaguardandola ed amandola come una madre, e senza saccheggiarne le risorse come è stato fatto da troppo tempo.
Noi liberi muratori, siamo consapevoli di avere gli stessi diritti degli altri uomini ma anche più doveri rispetto ad essi. Ecco perché abbiamo scelto questo impegnativo tema quest’anno come titolo dei Lavori della Gran Loggia del Grande Oriente d’Italia-Palazzo Giustiniani. È quanto di più attuale, di più sublime, ma anche di più problematico allo stesso tempo si possa discutere e mettere in pratica. I Doveri dell’Uomo e i Diritti della Terra sono strettamente legati. Sono qualcosa che riguardano tutti noi, tutta l’Umanità, e che dobbiamo sentire vivi e pulsanti dentro di noi.
Doveri e Diritti che dobbiamo avere veramente a cuore, che dobbiamo perseguire con forza e vigore, che dobbiamo attuare e difendere: da quelli civili e politici, a quelli economici, sociali, al lavoro, all’istruzione, al diritto alla salute, fino a quello della Vita.
Doveri e Diritti che sembrano scontati e che invece ancora oggi sono spesso oscurati dalle nebbie della Ragione.
Ci sono tanti report dell’Onu, dell’Unicef, di Amnesty, e di altri organismi internazionali che parlano purtroppo in modo sin troppo crudo e che ci devono fare riflettere ed agire senza zone d’ombra per ripristinare il Bene dell’Uomo dove manca del tutto o in parte. A partire dai diritti dell’infanzia. Bambini e bambine, per esempio, nel mondo, sono violati nell’età più bella dal turpe fenomeno dell’arruolamento per farne dei soldati bambini. I conflitti armati condotti da forze ribelli o da milizie governative li costringono a combattere, a portare rifornimenti, a fare da scudi umani. Tutti abbiamo visto anche le immagini scioccanti di bambini che imbracciano delle armi e sparano uccidendo in nome dell’Isis. L’Umanità non deve e non può consentire che si servano di essi per far passare tali messaggi disumani e angoscianti.
C’è anche l’altra piaga mondiale dello sfruttamento del lavoro minorile e quella ancora più abietta dell’abuso dei minori a scopo sessuale. Crimini orrendi che ci devono fare riflettere, indignare e soprattutto costruire in tempi non biblici un domani migliore per tutta la gioventù del mondo. Così come, e qui, i numeri sono drammaticamente esponenziali come un pozzo senza fondo che finisce nelle viscere della Terra, non possiamo non pensare a quei milioni e milioni di esseri che tutt’ora patiscono la fame e la sete. Che muoiono per denutrizione e malattie.
Ma in tema di diritti da assicurare, la mente di ogni uomo non può più ignorare, e la coscienza dei capi di stato non può non illuminarsi, di fronte alla sempre più drammatica questione dei rifugiati. Una vicenda che, lontana dal trovare una seria ed umana soluzione condivisa, vede una moltitudine impegnata ancora a parlare solo e soltanto di quote, come si faceva anni fa con le famose quote latte. Peccato che si tratti di vite, di bambini, di uomini e donne, Noi liberi muratori vogliamo una più umana considerazione.
Non ci sono ultimi della Terra, ma primi doveri nei confronti degli ultimi!
Così come dobbiamo avere tutti una maggiore e piena consapevolezza dei diritti della Terra. Un grande e saggio capo pellerossa, in una toccante lettera indirizzata ad un presidente americano, rispose così a chi gli chiedeva di vendere dietro compenso le terre dei suoi avi: “Non è la Terra che appartiene all’Uomo, è l’Uomo che appartiene alla Terra”.
Queste bellissime parole ci devono fare meditare su un altro grandissimo tema che riguarda tutti noi e il futuro del Pianeta, a rischio per mano ed a opera dell’Uomo, un essere capace di compiere straordinarie imprese ma anche inqualificabili follie.
Abbiamo sconvolto il sistema ecologico, il clima, inquinato fiumi e mari. E di fronte a tutto questo, di fronte all’esplosione demografica di alcune zone del globo ed alla crescente richiesta di cibo che tante popolazioni non hanno, a discapito di altre che sono meno affollate e più ricche, continuiamo ancora a pensare in modo egoistico e cercando di fare solo gli interessi di alcuni popoli a discapito di altri.
No, carissimi fratelli, la Massoneria è Universale come la Terra e deve riunire ciò che è sparso. Battersi per favorire prospettive di crescita che possono coniugare le esigenze della Terra e quelle dell’Uomo, cancellando tante ingiustizie e iniquità che mettono a rischio tutti i possibili futuri del Mondo.
Potrà dirsi, oggi più che mai, veramente saggio l’Uomo che si renderà protagonista di un tale sviluppo per l’Umanità. Noi massoni, abbiamo le capacità e le forze per farlo, grazie all’interminabile catena d’amore e solidarietà che la Libera Muratoria è in grado di sollevare in qualsiasi momento, al contrario degli odiosi muri dell’odio e della separazione, in ogni angolo della superficie terrestre. Con orgoglio e responsabilità gridiamolo orgogliosamente a tutti: La Massoneria e’ Vita ed è bellezza. E’ emozione. Dove c’è un massone, anche un solo massone, c’è sempre un difensore del diritto ed una fondata speranza di lavorare sempre per una causa giusta.
E i liberi muratori per fortuna sono tanti e decisi nella loro Arte Reale. Hanno braccia solide e la nobile dignità impressa nelle facce dei marinai di Fabrizio De Andrè, in quell’autentico capolavoro degli anni Ottanta che è la canzone “Creuza De Ma”, che significa “Vicolo di mare”. Essi partono da quei vicoli, navigano, pescano e fanno ritorno a casa. Sono diversi ma affratellati da usi, ritmi, gesti, vocaboli che si sono miscelati e uniformati. Dalle coste del Nord Africa, a quelle balcaniche, elleniche e mediorientali, le città di mare che si affacciano sul Mediterraneo hanno culture e porti diversi ma in esse batte uno stesso cuore antico ed universale. Unico e coraggioso come quello della Libera Muratoria e della sua necessaria, ed ineguagliabile Tradizione.
Noi liberi muratori siamo come le Farfalle, abbiamo due ali, quella della passione e quella della ragione. Voliamo, come le Farfalle, con Forza, Coraggio e rinnovato Vigore.