Anche quest’anno per la Gran Loggia 2016, il Servizio Biblioteca ha presentato una ricca rassegna di libri di interesse massonico. Il tradizionale ‘Incontro con gli autori’ ha proposto per due giorni al Palacongressi di Rimini ben undici pubblicazioni spaziando, attraverso firme conosciutissime, dalla storia alla sociologia, dal simbolismo all’antropologia, fino ad interessare le scienze cosiddette tradizionali. Le presentazioni avranno inizio nel pomeriggio del primo giorno di lavori nella Biblioteca del Vascello per l’occasione in trasferta in Romagna.
Venerdì 1 aprile ● Ore 14:15
IL MITO DELLA PASQUA presentato dall’autore Claudio Bonvecchio, Grande Oratore del Grande Oriente d’Italia, (AlboVersorio). La ricorrenza della Pasqua è intesa non solo come l’annuncio dell’arrivo della Primavera e la celebrazione di eventi religiosi ma anche come una gioiosa festività conviviale: un’abitudine gradita che segna e consolida i rapporti famigliari e amicali. Per affinità la sua celebrazione può essere assimilata agli antichi festeggiamenti pagani che segnavano, simbolicamente e ritualmente, l’arrivo della bella stagione e perciò della Primavera. Com’è facile dedurre, la Pasqua, in questo senso, amplia il proprio significato e diventa qualcosa di ben più antico e ancestrale: un significato che attiene, strettamente e come si è accennato, al pensiero mitico. Claudio Bonvecchioè professore ordinario di Filosofia delle Scienze Sociali, coordinatore del dottorato in Filosofia delle Scienze Sociali e Comunicazione Simbolica all’Università degli Studi dell’Insubria di Varese e membro di numerosi comitati scientifici e di prestigiosi istituti di ricerca italiani e stranieri. È autore di numerosissimi saggi, articoli e pubblicazioni scientifiche sul tema della Tradizione esoterica, della simbologia, della mitologia e della mitologia politica. Citiamo: Il sacro e la cavalleria (2005), Esoterismo e massoneria(2007), I viaggi dei filosofi (2008), La magia e il sacro (2010).
Venerdì 1 aprile ● Ore 14:45
PASSI SULLA VIA INIZIATICA di Emilio Servadio presentato da Claudio Bonvecchio, Grande Oratore del Grande Oriente d’Italia, (Mediterranee). L’attuale confusione tra sacro e profano può essere riconosciuta come uno di quei “segni dei tempi” anticipati da René Guénon e da altri lungimiranti autori. Tale contaminazione di livelli viene non solo attuata, ma a essa si cercano capziose quanto inconsistenti giustificazioni. Inoltre, spesso si compiono inaccettabili mescolanze di discipline traendone impossibili paragoni, e scambiando, non di rado, le cause con gli effetti. Questo volume dimostra come sia possibile, malgrado tutto, operare distinzioni nette tra scienza sacra e scienza profana. Servadio, che ha approfondito studi in diverse discipline (psicoanalisi, parapsicologia e sessuologia) ritiene, sulla base delle sue lunghe esperienze, che esistano piani dell’essere che nessuno strumento scientifico può far attingere o manifestare e che vanno posti sotto l’insegna del “sacro”. L’uomo può compiere esperienze su tali piani mediante l’uso di tecniche rivelate dalle religioni e dalla tradizione. L’autore ha qui raccolto le sue conoscenze in materia e offre spunti di riflessione sul cammino impegnativo della via iniziatica. Emilio Servadio è soprattutto noto come psicoanalista e parapsicologo. Tanto la Società Psicoanalitica Italiana, quanto la Società Italiana di Parapsicologia, lo hanno avuto tra i fondatori. I suoi libri, i suoi molti saggi scientifici, i suoi numerosissimi articoli divulgativi, gli hanno dato larga fama in tutto il mondo. Ma Servadio è stato anche un rigoroso cultore di discipline esoteriche. A Roma, dal 1929 al 1938, fece parte di un ristretto gruppo di studiosi di tali discipline. Un soggiorno di sette anni in Oriente gli consentì di avvicinare esponenti della più pura tradizione indiana, e di fruire del loro insegnamento. Tornato in Italia, ha continuato nel proprio iter, insieme con altri «compagni di strada». Alcuni frutti di tale esperienza – più riservata e intima – di Servadio, sono gli articoli contenuti in questo volume, con il quale l’Autore ha voluto (fra l’altro) manifestare la sua decisa opposizione a tutto ciò che in quest’epoca è abbassamento e profanizzazione di valori. I tempi richiedono che chi sa e può si annunzi e «si comprometta». Il libro Passi sulla via iniziatica è una chiara, anche se contenuta, risposta a tale appello.
Venerdì 1 aprile ● Ore 15:15
Ivan Mosca. L’Uomo, l’Artista, l’Iniziato di autori vari con prefazioni del Gran Maestro Stefano Bisi e del Grande Oratore Claudio Bonvecchio (Mimesis), presentato Francesco Indraccolo. Parmense di nascita, milanese di formazione, romano di adozione, Giovanni “Ivan” Mosca (1915-2005) era un “nobile viaggiatore”, animato da due passioni: l’arte della pittura, che lo ha fatto apprezzare in tutto il mondo, e la ricerca esoterica. Profondo osservatore della Natura, fin da bambino, s’incantava davanti a foglie, fiori, coccinelle, farfalle, mosche, scarabei e – con pochi tratti di carboncino – sapeva tratteggiarne le forme o trasfigurarle, cogliendone l’essenza su “altri” piani della manifestazione. Ivan Mosca aveva il “dono” del colore: gli bastava un attimo per ottenere l’esatta tonalità di ciò che vedeva o di ciò che aveva “intravisto” in quello che lui chiamava “stato di mag”, a metà strada tra magia e contemplazione. Ivan aveva ricevuto la luce massonica il 23 maggio 1947 e, da quel giorno, sembrò non avere pace nello sviscerare – tra Roma, Parigi e Madrid – le discipline della Tradizione occidentale. Dopo aver fondato nel 1969 la Loggia “Monte Sion-Har Tzion” (705) di Roma, svolse per 30 anni i “seminari” d’istruzione seguiti da migliaia di massoni in Italia, Francia e Spagna. I suoi “Quaderni di Simbologia Muratoria”, editi a cura del Grande Oriente d’Italia fra il 1977 e il 1981, sono – ancora oggi – fonte di spunti e approfondimenti sapienziali. Gran Maestro Aggiunto nella Giunta di Ennio Battelli (1978-’82), e poi Gran Maestro Onorario, Ivan Mosca, 33° e membro effettivo “ad vitam” del Supremo Consiglio del Rito Scozzese Antico e Accettato, è stato a lungo Ispettore Regionale per il Lazio. Francesco Indraccolo è nato a Lecce nel 1943, ma è vissuto a lungo a Milano, dove ha ricevuto la luce massonica nel 1970 e ha conosciuto il Maestro Ivan Mosca nel 1971, e poi si è trasferito a Roma dal 1977 al 1993. Redattore editoriale giornalista, Indraccolo ha lavorato come corrispondente da Città del Messico, Caracas, Buenos Aires, Ginevra e Atene. Studioso di simbologia, ha collaborato alla rivista “Hiram” e ai siti “Monte Sion” e “La Fiammella”.
Venerdì 1 aprile ● Ore 15:45
LA LIBERA MURATORIA E IL MISTERO DELL’ACCETTAZIONE di Matthew D.J. Scanlan (Harmonia Mundi), presentato da Fabrizio Forno. È noto che le origini della Massoneria moderna sono avvolte dal mistero. Apparentemente vi sono poche prove dell’esistenza di questo movimento prima della formazione della Grand Lodge of London and Westminster, il 24 giugno 1717, fatto salvo per la notevole eccezione di Elias Ashmole, che fu «fatto Libero Muratore» una settantina di anni prima, a Warrington nel Cheshire. Con poche informazioni sugli altri membri di una sua loggia, per molto tempo si è ritenuto che si trattasse di una forma precoce di loggia «speculativa», anche se il primo impiego di questo termine si ebbe solo dopo quasi quarant’anni dalla nascita della Grand Lodge of London. L’espressione originale utilizzata dalle prime Constitutions massoniche del 1723 era «Libero e Accettato»; tuttavia, quest’espressione è stata ripetutamente mal compresa. Molti ricercatori hanno congegnato elaborate teorie delle origini basate sull’interpretazione di questi termini, senza darne prima una definizione accurata. Nel secolo XX, Knoop e Jones hanno rilevato che ciò era in gran parte dovuto al fatto che una parte prevalente di autori considerava la libera-muratoria «come qualcosa d’interamente a margine della storia ordinaria», un argomento estraneo alla corrente dominante della ricerca storica. Di conseguenza, si è scritto molto senza una direzione metodologica precisa. Se si vogliono comprendere meglio le origini del movimento e la sua influenza, è d’importanza centrale operare un’analisi scientifica della terminologia utilizzata dalla Massoneria moderna negli anni della sua formazione. Scanlan si è proposto di studiare l’etimologia dei termini «Libero e Accettato» mettendo in rilievo una pecca fatale su cui riposa una parte rilevante della letteratura massonica e che ha alterato il modo in cui gli storiografi hanno abitualmente interpretato le radici del movimento. Matthew D. J. Scanlan, è uno storico della libera-muratoria, collaboratore di autorevoli riviste massoniche e membro del Centro de Estudios Históricos de la Masoneria Española. È stato Deputy Editor della prestigiosa “Freemason Today” (organo della Gran Loggia Unita d’Inghilterra), in cui ha pubblicato oltre quaranta articoli, Conference Organiser al Canonbury Masonic Research Centre e Assistant Curator presso The Library and Museum of Freemasons’ Hall. I suoi lavori sono apparsi in Europa e Nord America con Brill Publishers, Honoré Champion, Walter de Gruyter e Columbia University Press. Fabrizio Forno ricercatore e saggista, attraverso lo pseudonimo Fabrizio Alfieri ha pubblicato su “Hiram”, “La Lettera G”, “Vers la Tradition” e con Luni Editrice. È l’ideatore, fondatore e direttore del progetto ‘Harmonia Mundi’ di Torino, volto alla diffusione dei princìpi massonici e al supporto di attività filantropiche.
Venerdì 1 aprile ● Ore 16:15
LIBERTÉ CHERIE. UNA LOGGIA MASSONICA NEL CAMPO DI CONCENTRAMENTO DI ESTERWEGEN (1943-1944) di autori vari (Bastogi), presentato dal curatore Claudio Masini. Germania (1943 – 1944). Nel campo di concentramento di Esterwegen transitano per lo più oppositori del regime nazista in attesa di trasferimento definitivo verso campi di sterminio. Sono tutti gestiti dal Decreto “Notte e Nebbia”: non si dovrà conoscere più nulla del loro destino, nemmeno i loro familiari. Nella Baracca n° 6 si trovano in numero sufficiente per fondare una loggia massonica, cui è dato il nome Liberté Chérie, desunto dai versi del canto di lavoro dei prigionieri. Un’incredibile esperienza di spirito massonico, che per quei Fratelli costituì una coerente iniziativa con il dovere di essere Massoni. Alcuni detenuti superstiti, testimoni di quella vicenda, varcheranno la porta di Templi Massonici dopo la fine della seconda guerra mondiale. Oltre ai documenti storici sulla Loggia Liberté Chérie, è presentata la testimonianza del belga Franz Bridoux, classe 1924, l’unico sopravvissuto massone ancora in vita: un dovere verso quella loggia che è un simbolo di libertà e di sfida a ogni dittatura, che si riverbera nel nostro presente XXI secolo, dove esistono altre Esterwegen nel mondo, la cui presenza non ci consente di abbassare la guardia mai, perché il messaggio che ci è trasmesso è che la Massoneria è azione concreta, malgrado le privazioni e le sofferenze. Franz Bridoux classe 1924, è l’unico sopravvissuto Massone della Loggia Liberté Cherie ancora in vita. Nel luglio del 1943 entra nell’Armata dei Partigiani; viene arrestato il 3 agosto in un rastrellamento della polizia tedesca. Il 15 novembre 1943 arriva al campo di concentramento di Esterwegen. L’anno dopo viene trasferito a Ichtershausen da dove riesce a fuggire il 12 aprile 1945, 3 giorni prima della liberazione da parte delle truppe americane. Claudio Masini ha pubblicato con altri un volume sulla storia della Loggia Dante Alighieri (108) di Ravenna. Autore di alcuni studi sulla prima Massoneria riminese, sono stati pubblicati sul numero unico del volume per le celebrazioni del 150esimo dell’Unità d’Italia (2011), stampato dall’editore Luisé per il Comitato Provinciale di Rimini dell’Istituto per il Risorgimento Italiano.
Venerdì 1 aprile ● Ore 16:45
IL GENERALE NERO. DOMENICO MONDELLI, BERSAGLIERE, AVIATORE ARDITO presentato dall’autore Mauro Valeri (ODRADEK) Domenico Mondelli è stato a livello mondiale, il primo aviatore militare ad avere la pelle nera. Un primato che l’Italia non ha mai rivendicato, forse per non dover anche ricordare che, proprio questo giovane ufficiale, dopo aver combattuto in Libia e nella Grande Guerra, era stato discriminato dal fascismo che non accettava l’idea che un militare italiano nero potesse comandare un militare italiano bianco. E a nulla erano valse le due medaglie d’argento e le due medaglie di bronzo ottenute combattendo come aviatore, bersagliere e comandante di reparti d’assalto arrivando al grado di tenente colonnello. Di sicuro, Domenico Mondelli non è stato l’unico ufficiale italiano nero o meticcio a essere discriminato dopo aver combattuto nella Grande Guerra. Ma, a differenza di Gabrù Zachè, Workneh Sengal e Michele Carchidio, è stato l’unico a provare a opporsi alle misure anti-neri adottate dal fascismo, nulla potendo, però, contro la legislazione razziale. Solo dopo la seconda guerra mondiale è riuscito a riprendere in quella carriera che il fascismo aveva bloccato, arrivando fino al grado di Generale di Corpo d’Armata-Ruolo d’Onore. Mondelli riprese anche l’attività massonica iniziata poco prima della Grande Guerra e interrotta durante la dittatura, a causa del regime antidemocratico, confermando una vera passione e una nota distintiva per gli ambienti dell’epoca. Entrato in Massoneria nel 1912 nella Loggia Stretta Osservanza di Palermo, nel 1919 raggiunse il grado di Maestro Libero Muratore. Nel secondo dopoguerra lo ritroviamo iscritto in una loggia di Roma, la “Spartaco” sempre del Grande Oriente d’Italia. Mondelli riprese le attività massoniche nel 1944, dopo la caduta del regime mussoliniano. Nel 1956 fu insignito del 33esimo grado del Rito Scozzese Antico Accetto al quale aveva aderito prima dell’ascesa fascista. Ovaldi Selassi, questo è il suo nome originario, nacque nel 1886 ad Asmara e arrivò nel 1891 in Italia con il colonnello parmense Attilio Mondelli che lo adottò. La storia di Domenico Mondelli è completamente inedita e ha qualcosa di straordinario perché racconta le radici multietniche e multirazziali del nostro paese, come già Mauro Valeri, l’autore del libro, ha fatto scrivendo le storie di altri che nessuno ha mai considerato forse per non riflettere abbastanza sulle discriminazioni che cittadini italiani, neri e meticci, hanno subito. “Il Generale nero” è un libro di grande attualità che ci mette a confronto con il nostro passato e che ci offre l’occasione di fare una lettura critica del presente per declinare al meglio il futuro della nostra società. Mauro Valeri, sociologo e psicoterapeuta, ha diretto l’Osservatorio nazionale sulla xenofobia dal 1992 al 1996, e dal 2005 è responsabile dell’Osservatorio su razzismo e antirazzismo nel calcio. Ha insegnato per diversi anni Sociologia delle Relazioni Etniche all’Università “La Sapienza” di Roma. Sul tema degli italiani neri e meticci ha pubblicato, tra l’altro: “Black Italians. Atleti neri in maglia azzurra” (2006); “Nero di Roma. Storia di Leone Jacovacci, l’invincibile mulatto italico” (2008); “Mario Balotelli. Vincitore nel pallone” (2014). Per Odradek ha pubblicato “Negro, Ebreo, Comunista. Alessandro Sinigaglia, venti anni in lotta contro il fascismo” (2010); “Stare ai giochi. Olimpiadi tra discriminazioni ed inclusioni” (2012).
Sabato 2 aprile ● Ore 14:00
GRAMMATICA DELL’ASCOLTO. PER ACCOGLIERE UN RACCONTO DI FEDE di Giampiero Comolli (Edizioni Messaggero Padova), presentato da Anna Foa e Marco Politi. Come comprendere chi è portatore di una fede diversa dalla nostra o anche chi attribuisce altri significati, altri valori alla nostra stessa fede? Occorre adottare una particolare grammatica dell’ascolto”, vale a dire un approccio adeguato e rispettoso, che ci permetta di porre le domande giuste, di ricevere risposte sincere e di accogliere senza distorsioni il nucleo di verità che ci viene offerto dalla biografia spirituale, dal racconto di fede che noi stessi, grazie alle nostre domande, abbiamo sollecitato. Di questa grammatica, regola prima è la disponibilità a entrare in una dimensione di silenzio, per mettere a tacere i nostri pregiudizi, il nostro ininterrotto discorso interiore, e aprirsi così a ricevere in modo ospitale la parola dell’altro. Una buona scuola, quella del silenzio e dell’ascolto, che è premessa fondamentale per il dialogo, per l’incontro e la riconciliazione con chi la pensa diversamente da noi. Ma se il metodo da seguire è arduo e rischioso, in compenso potremo scoprire quanto sia coinvolgente confrontarci con la religiosità del nostro interlocutore, con le motivazioni più intime della sua fede o, più in generale, della sua spiritualità. Il libro “Grammatica dell’ascolto” è stato presentato l’11 febbraio dal Servizio Biblioteca del Grande Oriente d’Italia in collaborazione con la Facoltà Valdese di Teologia di Roma che ha ospitato l’incontro. Erano presenti il Gran Maestro Stefano Bisi e il moderatore della Tavola Valdese Eugenio Bernardini. Giampiero Comolli, scrittore e giornalista, ha condotto varie inchieste sui fenomeni religiosi contemporanei, i cui risultati sono stati pubblicati in: Buddisti d’Italia. Viaggio tra i nuovi movimenti spirituali (Theoria, 1995); I pellegrini dell’Assoluto. Storie di fede e spiritualità raccolte tra Oriente e Occidente (Baldini Castoldi Dalai, 2002); Pregare, viaggiare, meditare. Percorsi interreligiosi tra cristianesimo, buddhismo e nuove forme di spiritualità (Claudiana, 2010); Una luminosa quiete. La ricerca del silenzio nelle pratiche di meditazione (Mimesis, 2012); La senti questa voce? Corpo, ascolto, respiro nella meditazione biblica (Claudiana, 2014). Collabora a “Riforma”, settimanale delle Chiese evangeliche battiste, metodiste, valdesi. E’ presidente del Centro Culturale Protestante di Milano, e membro dell’Accademia del Silenzio, presso la quale tiene seminari di meditazione.
Sabato 2 aprile ● Ore 14:30
FRANCESCO TRA I LUPI. IL SEGRETO DI UNA RIVOLUZIONE presentato dall’autore Marco Politi (Laterza) non conosce barriere tra credenti e non credenti, nessun pontefice europeo ha vissuto come lui la miseria degli emarginati, è vicino alle angosce di uomini e donne di ogni credo. È immerso nella modernità, pratica la tenerezza e la compassione. ma in Vaticano crescono le resistenze ai suoi audaci programmi di rifondazione della Chiesa come la partecipazione dei vescovi al governo ecclesiale, l’inserimento di donne ai vertici decisionali, l’approccio nuovo a divorziati e omosessuali. Ripulire lo Ior e le finanze vaticane è una fatica immane. L’episcopato italiano è un problema per il papa argentino. La rivoluzione è agli inizi: l’esito è incerto e il tempo non è molto. Francesco tra i lupi è la storia, mai raccontata prima, delle sfide nascoste alla rivoluzione di Bergoglio e dell’opposizione al papa più popolare dei nostri tempi, con particolari inediti sulla sua elezione. Marco Politi è a livello internazionale uno dei maggiori esperti di questioni vaticane. Editorialista de “Il Fatto Quotidiano”, vaticanista de “La Repubblica” per quasi un ventennio, collabora con Abc, Cnn, Bbc, Rai, Zdf, France 2. Con Carl Bernstein ha scritto il best seller mondiale “His Holiness/Sua Santità” su Giovanni Paolo II. Nel 2004 con la sua intervista al cardinale Ratzinger lo ha indicato come candidato al papato. Tra i suoi libri: “Papa Wojtyla. L’addio” (2007) per Morcelliana; “Il ritorno di Dio” (2004), “Io, prete gay” (2006) e “La Chiesa del no” (2009) per Mondadori. Nel volume “Joseph Ratzinger”. Crisi di un papato (2013) ha previsto le dimissioni di Benedetto XVI.
Sabato 2 aprile ● Ore 15:00
GIORDANO BRUNO presentato dall’autrice Anna Foa (Il Mulino) Nell’anno santo 1600, Giordano Bruno, filosofo di fama europea, venne arso come eretico in Campo de’ Fiori. Per più di un secolo la sua memoria appartenne a pochi, fino all’Ottocento, quando Bruno fu riscoperto dall’Italia risorgimentale e trasformato in un santo martire dell’oscurantismo religioso, simbolo della libertà di pensiero e della tolleranza. L’immagine che la cultura italiana si è costruita di lui, subito dopo l’Unità, è un tassello significativo della costruzione dell’identità italiana. Il libro ripercorre a ritroso la storia della trasformazione in simbolo di Giordano Bruno, dalla combattuta inaugurazione del monumento in Campo de’ Fiori nel 1889 fino al processo e al rogo, con un’opera di scavo che ci restituisce un personaggio enigmatico, capace di grandezze e miserie, di utopie politiche e di condotte spregiudicate, dedito alla arti magiche e insieme precursore del pensiero filosofico moderno. Anna Foa, è una studiosa dell’età moderna che ha da poco lasciato l’insegnamento presso la Facoltà di Lettere della Sapienza di Roma. Specialista di storia della cultura, storia della mentalità e storia ebraica, ha dedicato lavori significativi agli eretici nello Stato della Chiesa, alla figura di Giordano Bruno e alle vicende degli ebrei europei dal Trecento all’Ottocento. Quest’ultimo filone d’indagine ha portato Foa a inoltrarsi ancor più nell’età contemporanea con una storia “globale” degli ebrei tra la fine dell’Ottocento e gli anni Settanta del secolo scorso (Diaspora. Storia degli ebrei nel Novecento, Laterza, Roma-Bari 2009). È infine co-autrice, insieme ad Anna Bravo e Lucetta Scaraffia, di un manuale di storia per le scuole superiori (I nuovi fili della memoria. Uomini e donne della storia, Laterza, Roma-Bari 2003).
Sabato 2 aprile ● Ore 15:30
MASSONERIA E IRREDENTISMO. GEOGRAFIA DELL’ASSOCIAZIONISMO PATRIOTTICO IN ITALIA TRA OTTOCENTO E NOVECENTO di Luca G. Manenti (Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione nel Friuli Venezia Giulia) presentato da Carlo Ricotti. Sulla scorta di una grande quantità di fonti recuperate nei principali archivi della penisola, questo studio offre un’esauriente mappatura del movimento irredentista tra Otto e Novecento, soffermandosi in particolare sui nessi allacciati dai patrioti con il Grande Oriente d’Italia. L’analisi del Circolo Garibaldi di Trieste restituisce la complessa rete di rapporti tra logge, comitati di reduci, leghe lavorative, società ginniche e di cremazione che strutturò lo spazio associativo del Regno. L’obiettivo di completare il Risorgimento con la conquista di Trento e Trieste fu collante ideologico per gruppi eterogenei e individui di diversi orientamenti politici, cui la massoneria fornì basi logistiche, aiuti economici e una piattaforma valoriale di condivisione. Italiani e fuorusciti giuliani costituirono le tessere di questo intricato mosaico, scrupolosamente ricostruito nei suoi aspetti sociali, politici e culturali. Luca G. Manenti ha conseguito il dottorato in Storia contemporanea presso l’Università degli Studi di Trieste. Svolge attività di ricerca sui temi dell’associazionismo, della massoneria e del nazionalismo nel contesto dell’Italia moderna. Tra le sue pubblicazioni si segnalano: Tra azione politica e cultura esoterica. “Massoneria e società segrete nell’Italia dell’800”, in “Prometeo”, n. 127, 2014, pp. 92-101; “Massoneria e società occulte a Trieste tra XVIII e XX secolo”, in “All’Oriente d’Italia. Le fondamenta segrete del rapporto fra Stato e Massoneria”, a cura di M. Rizzardini, A. Vento (Rubbettino, Soveria Mannelli, 2013), pp. 227-257; “Massoneria italiana, ebraismo e movimento dei Giovani Turchi”, in “Rassegna Mensile di Israel”, n. 3, 2012, pp. 161-175. Carlo Ricotti, storico e professore all’Università LUISS Guido Carli di Roma. Tra le sue pubblicazioni: “La codificazione commerciale pontificia. Il progetto Bartolucci-Vergani (1804-1806)” (1984), “Il codice di procedura civile del 1865 in Il Parlamento Italiano. Storia parlamentare e politica dell’Italia. 1861-1988” volume II (1989), “Anglomania costituzionalismo settecentesco” (1998), “Il costituzionalismo britannico nel Mediterraneo (1794-1818)” (2005), “La Carta del Carnaro. Dannunziana, massonica, autonomista” (2015).
Sabato 2 aprile ● Ore 16:00
IN CERCA DI IPAZIA presentato dall’autore Moreno Neri. È bene che si torni a parlare dell’alessandrina Ipazia, la prima donna filosofa e matematica di cui abbiamo documentazione, scomparsa l’8 marzo 415 d.c. e divenuta simbolo della libertà di pensiero e di altri numerosi valori, come è ufficio del simbolo. Protagonista del film Agora(2009) di Alejandro Amenábar e oggetto di un libro del 2010 della bizantinista Silvia Ronchey, inaspettato best seller, la sua vicenda è qui riletta a partire dalla sua riscoperta da parte del proto-massone John Toland (1669-1722). Testimone e vittima, erede e messaggera della tradizione pitagorico-platonica (il modo in cui in Occidente si è manifestata la Tradizione unica) questa linea limpida e robusta, libera e responsabile, si è presto incardinata nella Libera Muratoria attraverso l’opera del Fratelli Voltaire e Gibbon. Fatta a pezzi da fanatici cristiani, il suo sacrificio usque ad sanguinem è ancora una macchia indelebile e un tema per molti aspetti troppo conturbante. Rivolta all’armonia cosmica, la vita e la morte di Ipazia rappresentano una differente visione sacrale dell’universo e della vita, incluso il genio femminile, che ancora oggi si vuole sopprimere con mezzi più subdoli e sottili. Moreno Neri, è discepolo della Tradizione unica e universale, specialmente di quella occidentale, classica e umanistica che dall’antichità giunge fino al Rinascimento. Dal 2000 si è dedicato alla scrittura, curando, commentando e traducendo (dall’inglese, dal francese e dal greco antico) opere su Pletone, sul Tempio Malatestiano e su Sigismondo Pandolfo Malatesta, uno dei patroni della rinascenza neoplatonica. Nel 2006 è stato scoperto da Giovanni Reale che gli ha affidato il compito dell’edizione completa delle opere del bizantino Pletone, “principe dei filosofi del suo tempo”. Per le collane filosofiche dirette da Reale ha pubblicato “Macrobio / Commento al sogno di Scipione” (2007), “Giorgio Gemisto Pletone / Trattato delle virtù” (2010) e “Gotthold Ephraim Lessing – Johann Gottfried Herder / Dialoghi per Massoni” (2014). È caporedattore de “L’Acacia”, rivista di studi esoterici, e membro del Comitato Scientifico di nuovo Hiram, rivista del Grande Oriente d’Italia.