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Meuccio Ruini, Pensatori e politici del prerisorgimento e Risorgimento d’Italia, Roma, Edizioni Nuova Cultura, 2010, pp. 310, 20,00 euro
Meuccio Ruini apparteneva al Grande Oriente d’Italia.
Meuccio Ruini nell’Enciclopedia Treccani
Ruini, Meuccio (propr. Bartolomeo). – Uomo politico (Reggio nell’Emilia 1877 – Roma 1970); entrato nell’amministrazione dei Lavori pubblici, fu nominato consigliere di stato nel 1913. Nello stesso anno, candidato radicale, fu eletto deputato. Vicino a Nitti, condivideva con questi l’impegno per il superamento della questione meridionale, nel quadro di un progetto politico volto a promuovere l’espansione produttiva dell’intero paese. Favorevole alla guerra a fianco delle potenze dell’Intesa, durante il conflitto fu sottosegretario al ministero del Lavoro (1917–19) e fu poi ministro delle Colonie (1920). Negli anni seguenti svolse un’intensa attività pubblicistica, sforzandosi di dare una base dottrinale al radicalismo. Contrario al fascismo, partecipò alla secessione dell’Aventino (1924); messo a riposo come consigliere di stato (1926), si ritirò a vita privata, dedicandosi agli studi storici. Dopo il 1942 riprese l’attività politica e partecipò alla lotta clandestina contro il regime. Esponente del Partito democratico del lavoro, fu ministro senza portafoglio (giugno-dicembre 1944), dei Lavori pubblici (dicembre 1944-giugno 1945) e poi presidente del Consiglio di stato (1945–48). Nel 1947 R. presiedette la Commissione dei 75 incaricata di redigere la costituzione della Repubblica. Senatore di diritto (1948–53), presidente del Senato (marzo-giugno 1953), fu presidente del CNEL (1958–59) e dal 1963 senatore a vita.