Personaggio eclettico, Fabretti, appassionato massone, fu patriota, segretario dell’Assemblea Costituente della Repubblica Romana, archeologo, direttore del Museo Egizio, fondatore della Società per la Cremazione. Nel 1876 fu eletto Senatore del Regno. Per i suoi contributi scientifici ricevette i più alti riconoscimenti: fu accademico della Crusca e dei Lincei, insignito della Legion d’Onore e nominato Commendatore della Corona d’Italia. Un convegno il 20 gennaio a Perugia ne ha celebrato la figura alla presenza del sindaco Andrea Romizi.
di Massimo Carloncelli
Il padre, modesto usciere giudiziario, autodidatta e cultore delle belle lettere, gli impose il nome di Ariodante in omaggio all’Ariosto ed al Sommo Poeta. Felice sintesi ed ottimo auspicio perché Ariodante Fabretti, nato nel 1816, manifestò ben presto la sua attitudine per gli studi classici ed una precoce passione per l’archeologia, sbocciata in una terra in cui le pietre delle vestigia etrusche riscaldano l’animo di suggestioni e di memorie. La sua giovinezza attraversava epoche di tumulti sociali ed il Fabretti aderì entusiasticamente alle istanze libertarie e repubblicane da carbonaro prima e da libero muratore poi. Il Collegio circoscrizionale dei Maestri Venerabili dell’Umbria, presieduto da Luca Nicola Castiglione, ha celebrato il bicentenario della nascita del massone Ariodante Fabretti con un convegno che si è tenuto nella Sala dei Notari del Palazzo dei Priori di Perugia il 20 gennaio, alla presenza del sindaco della città Andrea Romizi e con il patrocinio della Regione dell’Umbria, del Comune di Perugia, dell’Università Italiana e di quella per Stranieri, della Società Operaia di Mutuo Soccorso e della Deputazione di Storia Patria dell’Umbria.
In una sala gremita non solo di esponenti della Massoneria, ma di una vasta rappresentanza della società civile, presenti gli ultimi pronipoti di Fabretti, le numerose relazioni hanno toccato i molteplici aspetti della vicenda umana di un personaggio che ha attraversato da protagonista le vicende tumultuose dell’Italia nel periodo a cavallo fra i moti del ’48 e l’unificazione con Roma Capitale. Dopo il saluto del sindaco ed il benvenuto del presidente circoscrizionale, il presidente del convegno, Mario Bellucci, ha introdotto gli interventi concedendo la parola a Sergio Bellezza, cultore di storia, che ha dissertato sulla formazione carbonara e massonica del Fabretti che prende le mosse dall’entusiasmo per i moti del ’31 e culmina con l’impegno nell’effimera ma fondamentale esperienza della Repubblica Romana. Fabretti appone la sua firma in qualità di segretario sulla Carta della Costituzione della Repubblica Romana e, dopo il naufragio di questa esperienza, riporta a Perugia, insieme al massone Pennacchi il documento che è a tutt’oggi conservato nella Biblioteca Comunale Augusta.
Nel frattempo, Ariodante non ha trascurato gli studi e, per esaudire le aspettative paterne, consegue una laurea in medicina veterinaria, anche se non eserciterà mai la professione. La conseguenza del suo impegno politico è l’esilio, prima a Firenze per un fugace periodo, e poi a Torino. Elena Ferrari, Worthy Matron delle Stelle d’Oriente di Perugia, ha dato voce ad un contributo della presidenza del Museo Egizio di Torino che ripercorre le vicissitudini di un esule, il cui unico sostegno proviene da ripetizioni di lettere classiche impartite ad occasionali allievi, finché le sue notevoli capacità e competenze non vengono riconosciute con la nomina ad assistente del Museo Egizio nel ‘58 e di Direttore dello stesso museo nel ’72. Ariodante Fabretti è unanimemente riconosciuto come l’artefice della moderna sistematizzazione dei reperti e dell’organizzazione del sistema espositivo del Museo Egizio di Torino.
Sul palco dei relatori si sono avvicendati Franco Bozzi e Gian Biagio Furiozzi, eminenti storici, che hanno tratteggiato con dovizia di aneddoti la complessa vicenda umana, politica e di studioso di un uomo che, senza mezzi, vive lontano dalla Patria, la sua Perugia, dove un atteggiamento più accondiscendente verso lo Stato Pontificio gli avrebbe consentito di godere i benefici delle sue notevoli competenze. Fabretti non ripudia l’ideale mazziniano e, anche in condizioni di grande disagio personale, riesce con l’istituzione della Società dell’Emigrazione Italiana in Torino, che raccoglie esuli provenienti da tutta Italia, a dar vita ad un circolo nell’ambito del quale i fermenti repubblicani attirano i controlli ed i malumori della polizia sabauda. Questo aspetto dell’attività di Fabretti, sempre confortato dal sostegno dei Fratelli di Loggia, la “Dante Alighieri” di Torino, è stato trattato anche da Marco Cauda, Segretario della Federazione Italiana Solidarietà Massonica, che ha illustrato la nascita degli Asili Notturni di Torino, risalente al 1886, un’istituzione della quale Fabretti fu promotore e presidente.
L’archivista Gianluca D’Elia Accica ha invece parlato nel suo intervento del ruolo che ebbe Fabretti nell’istituzione della Società per la Cremazione in Torino al fine di combattere la «pretesca mercificazione delle salme». Serena Innamorati, bibliotecaria ed archivista della Biblioteca Comunale Augusta, è infine intervenuta sul Fondo Fabretti, un lascito comprendente l’intera biblioteca, nonché il carteggio di Fabretti con le più eminenti autorità politiche, massoniche e scientifiche dell’epoca, che, per sua espressa volontà, pervenne al Comune di Perugia.
Augusto Vasselli, vicepresidente del Collegio circoscrizionale dell’Umbria, ha infine tratto le conclusioni su di un convegno il cui intento è stato quello di rievocare una figura poliedrica nei suoi interessi e nelle molteplici iniziative da lui intraprese, sempre rivolte al bene comune ed alla libertà intesa nell’accezione più ampia e più alta del termine. A fronte del suo incessante operare per il «bene dell’umanità», Fabretti fu ricoperto di onori e di riconoscimenti, nelle istituzioni pubbliche e nella Massoneria. Nel 1876 fu eletto Senatore del Regno; fu membro del Supremo Consiglio del Rito Scozzese Antico e Accettato e fu a più riprese membro della Giunta della Costituente Massonica. Per i suoi contributi scientifici ricevette i più alti riconoscimenti sia accademici che civili: fu accolto dall’Accademia della Crusca e da quella dei Lincei; fu insignito della Legion d’Onore e nominato Commendatore della Corona d’Italia.
Perugia, la sua patria, così ha inteso ricordarlo.
Ariodante Fabretti massoneVenne iniziato alla Massoneria nel 1840 nelle Loggia “La Fermezza” di Perugia. Fu eletto nella Giunta del Grande Oriente d’Italia il 21 giugno 1867 e nel 1873-1874 fu membro della Loggia “Dante Alighieri” di Torino, di cui nel 1882-1883 fu Maestro Venerabile. Nel 1875 venne nominato membro del Supremo Consiglio del Rito Scozzese Antico e Accettato e nel 1881 fu tra i fondatori della Loggia “Francesco Guardabassi” di Perugia.