Nonostante gli scandali aumentano le adesioni. Domani un convegno a Sanremo con i massimi esponenti nazionali
Se negli ultimi cinque anni il numero dei massoni è aumentato del 30 per cento non può essere solo merito di internet. «Effettivamente», spiega Stefano Bisi, gran maestro del Grande Oriente d’Italia (Goi) «il nostro sito ha enormemente facilitato il primo passo verso il nostro mondo. Noi li chiamiamo “Bussanti web” (bussante nel linguaggio massonico è l’aspirante fratello, ndr). Dopo il primo contatto via mail, segue uno scambio piuttosto intenso che funziona come primo filtro e in cui cerchiamo di conoscere il candidato e gli indichiamo i testi da leggere. Se poi vediamo che c’è una reale adesione ai nostri valori allora lo segnaliamo alle logge della sua zona e lì inizia un percorso che può durare anche tre anni prima dell’ammissione».
Assodato che il pc e le app dei social stanno mandando in pensione cappuccio e compasso, resta la domanda: perché i frammassoni piacciano così tanto nonostante lo stereotipo (sete di potere, segretezza, traffici occulti) non proprio edificante? E nonostante il fatto che la massoneria sia stata tirata in ballo nell’ultimo caso di cyberspionaggio che ha visto come protagonista Giulio Occhionero, un ex maestro venerabile di una loggia romana? «Dipingere ancora la massoneria come una Spectre è ridicolo. E se anche c’è chi pensa di aderire nella speranza di avvicinare il “Potere” sappia che sta sbagliando. La Massoneria ha successo, specie tra i giovani, in un periodo storico in cui si registra l’esodo dalla politica e da altre forme di associazionismo come i sindacati» replica il professor Aldo Mola, uno dei massimi storici della massoneria.
Domani nel teatro dell’Opera del Casinò di Sanremo il professor Mola modererà un importante convegno in occasione dei 300 anni della fondazione della Gran Loggia di Londra (1717), che originò la massoneria moderna mondiale. Per la seconda volta in un secolo (la prima sempre a Sanremo lo scorso anno), si incontreranno i grandi maestri del Grande Oriente d’Italia, Stefano Bisi, e della Gran Loggia d’Italia Antonio Binni. Le due logge hanno rispettivamente 23 mila e 10 mila affiliati.
Ma nonostante la crescita delle adesioni, la solidarietà concreta dei fratelli (il Goi finanzierà l’illuminazione del campo di calcio di Norcia distrutto dal terremoto), anche le logge soffrono di un male italiano: il “correntismo”. È di queste settimane
la polemica interna al Goi con il tesoriere Giovanni Esposito che ha chiesto le dimissioni di Bisi perché indagato a Siena per ricettazione. Bisi è rimasto al suo posto: «Sono convinto della mia innocenza e lo sono i fratellidella giunta e i tanti che mi hanno manifestato solidarietà e di non lasciare. Correnti nella massoneria? No, c’è molta libertà di espressione….». (da il Venerdì di Repubblica)
Assodato che il pc e le app dei social stanno mandando in pensione cappuccio e compasso, resta la domanda: perché i frammassoni piacciano così tanto nonostante lo stereotipo (sete di potere, segretezza, traffici occulti) non proprio edificante? E nonostante il fatto che la massoneria sia stata tirata in ballo nell’ultimo caso di cyberspionaggio che ha visto come protagonista Giulio Occhionero, un ex maestro venerabile di una loggia romana? «Dipingere ancora la massoneria come una Spectre è ridicolo. E se anche c’è chi pensa di aderire nella speranza di avvicinare il “Potere” sappia che sta sbagliando. La Massoneria ha successo, specie tra i giovani, in un periodo storico in cui si registra l’esodo dalla politica e da altre forme di associazionismo come i sindacati» replica il professor Aldo Mola, uno dei massimi storici della massoneria.
Domani nel teatro dell’Opera del Casinò di Sanremo il professor Mola modererà un importante convegno in occasione dei 300 anni della fondazione della Gran Loggia di Londra (1717), che originò la massoneria moderna mondiale. Per la seconda volta in un secolo (la prima sempre a Sanremo lo scorso anno), si incontreranno i grandi maestri del Grande Oriente d’Italia, Stefano Bisi, e della Gran Loggia d’Italia Antonio Binni. Le due logge hanno rispettivamente 23 mila e 10 mila affiliati.
Ma nonostante la crescita delle adesioni, la solidarietà concreta dei fratelli (il Goi finanzierà l’illuminazione del campo di calcio di Norcia distrutto dal terremoto), anche le logge soffrono di un male italiano: il “correntismo”. È di queste settimane