Il Gran maestro del Goi ribadisce il suo "no" alla richiesta dei nomi degli iscritti: «Io eletto con i voti dei clan? In cinque inchieste a Reggio c'è solo un membro del Grande Oriente»
ROMA «Sulla consegna degli elenchi degli iscritti al Grande Oriente d'Italia, ho scritto una lettera alla presidente Rosy Bindi motivando il perché non può avvenire: riteniamo che si compierebbe un reato in quanto il Parlamento ha approvato una legge sulla privacy che tutela la riservatezza dei dati sensibili». Il Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia, Stefano Bisi, in audizione come testimone in Commissione Antimafia - è la prima volta che in questa legislatura l'Antimafia usa questi poteri che comportano che la testimonianza sia simile a quella che avviene in un processo - oppone un fermo rifiuto alla Bindi che, già 5 mesi fa, aveva chiesto, a nome della Commissione, di consegnare gli elenchi degli iscritti al Goi. Iscritti che sono circa 23 mila appartenenti a 850 logge, ognuno dei quali paga circa 400-500 euro l'anno al Goi che fanno una cifra pari a 11 milioni l'anno. Il patrimonio del Goi è composto dalle case massoniche che sono una cinquantina e sarebbe stato un patrimonio più ampio se - ha detto oggi Bisi - «la Repubblica ci avesse riconsegnato Palazzo Giustiniani, che ci è stato confiscato dal fascismo». Nel corso dell'audizione - che ha visto alcuni momenti di "attrito" tra la presidente Bindi che poneva le domande anche a nome degli altri parlamentari dell'Antimafia e Bisi - quest'ultimo ha detto tra l'altro che «poteva essere una preoccupazione legittima» quella di Giulio Occhionero di vedere diffusi gli elenchi con gli iscritti al Goi (come è emerso dalle intercettazioni), «perché in Italia c'è ancora un grave pregiudizio contro la massoneria». «Non ci eravamo accorti delle attività di hackeraggio o spionaggio di Occhionero, altrimenti lo avremmo ammonito ed espulso», come è poi avvenuto, ha aggiunto Bisi, che a precise richieste della presidente Bindi ha fornito i nomi di personaggi al vertice del Goi. Bisi ha escluso che ci siano attualmente parlamentari iscritti al Grande Oriente e ha detto che da quando è Gran maestro, ovvero da due anni e mezzo, sono state abbattute le colonne di 3 o 4 logge: 3 in Calabria, in provincia di Reggio, e un'altra nel Lazio. «Abbiamo controlli interni che ci fanno stare moderatamente tranquilli, abbiamo nelle logge gli ispettori che sono tenuti a vigilare sul comportamento dei fratelli: le attività di controllo interno sono numerose e quando intuiamo comportamenti contrari agli antichi doveri provvediamo alle sospensioni o alla demolizione della loggia», ha chiarito. Ha negato poi, rispondendo a domanda della Bindi, che ci sia un obbligo per i dipendenti della Pubblica amministrazione di comunicare appartenenza alla massoneria, «si deve dichiarare solo che l'appartenenza alle associazioni possa interferire con l'attività professionale». E a chi poi tra i giornalisti gli ha chiesto se è vero che è stato eletto con i voti della 'ndrangheta ha risposto "sono stato eletto con i voti dei fratelli maestri calabresi, siciliani, lombardi, di tutte le regioni. Sono grato ai calabresi: quando da cinque inchieste a Reggio Calabria c'è uno solo appartenente al Grande Oriente d'Italia, vuol dire che i fratelli stanno lavorando bene».