L'origine della Massoneria, così come per tutte le grandi istituzioni destinate ad esercitare una potente influenza sull'avvenire dell'umanità, si perde nella notte dei tempi. Mille opinioni contraddittorie sono state espresse su questo argomento, mille sistemi sono stati provati; e, fino ad oggi, nessun sistema è stato così preponderante da riunire a sé l'opinione generale.
Tentare di enumerare e di analizzare le diverse opinioni sarebbe un'opera sia fastidiosa sia di poca utilità. Due fatti solamente sembrano mettere d'accordo tutti gli autori, e possono servire da punto di congiunzione: il primo è che la Massoneria è venuta dall'Oriente; il secondo, che essa è la continuazione degli antichi misteri, o almeno che mostra con essi incredibili analogie.
Marconis de Nègre, in questa prima edizione italiana curata dal filosofo pontino Mauro Cascio, «Hermes o il Santuario di Memphis», della metà del secolo scorso, racconta un mito che si dispiega nella storia culturale dell'Occidente come poco altro. Quella 'filosofia perenne' originatasi (probabilmente) in Egitto, maturata in Grecia e consegnata alla cultura europea, riscoperta nel Rinascimento con Giordano Bruno soprattutto e rivissuta nel Settecento con alcuni degli autori e degli interpreti più importanti del pensiero dell'epoca: Fichte, Schelling, Goethe, Hegel. Sull'argomento lo stesso editore (Tipheret - Gruppo Editoriale Bonanno) aveva già proposto un testo di Marc Bédarride e soprattutto «Origine dei Riti di Memphis e Misraïm» di Jean Bricaud con la prefazione di Gabriele La Porta e Egidio Senatore.