Si è, e giustamente, sottolineato questo curioso particolare, e cioè che il giorno prima della "notte della democrazia", il sequestro (illegittimo?) delle liste dei massoni di Calabria e Sicilia da parte della Commissione Antimafia presieduta da Rosy Bindi, il presidente francese Hollande testimoniava ancora una volta il suo rispetto per la storia, gli ideali e la tradizione della Massoneria. Ma Hollande, che anni fa si recò anche in Gran Loggia, non è l'unico presidente francese che ha reso omaggio ai fratelli. Prima di lui già Chirac, in uno storico discorso, in presenza di delegazioni massoniche di tutta Europa, che è importante riportare qui.
«Gran Maestri, Signore e Signori,
sono felice di ricevere oggi, gli esponenti di una tradizione filosofica che rappresenta una parte importante in Francia e nel mondo per l’elaborazione e la diffusione degli ideali repubblicani.
Ci sono piccolo storie che contribuiscono a forgiare la storia, eventi che fanno progredire la causa della libertà. La creazione, nel 1728, della prima Loggia francese è uno di questi.
Avete scelto di festeggiare insieme questo fatto e avete voluto associare le Massonerie straniere: a tutte e a tutti vi do il più caloroso benvenuto.
Ricevendovi oggi, desidero rendere omaggio al ruolo civico delle vostre società di pensiero. Ruolo attivo di difesa e di affermazione dei principi repubblicani, un ruolo di vigilanza e di riflessione.
Questo anniversario e anche la vostra occasione di esprimere il concetto giusto di quello che è la Massoneria, al di là dei clichés e delle opinioni.
Avete inserito il vostro impegno nell’eredità dell’Illuminismo. Illuminismo della ragione, della tolleranza e della solidarietà umana, della libertà: la libertà assoluta di coscienza, la libertà del dubbio, perché il dubbio è il motore del progresso. Una libertà che riassume bene il trittico: “provocare ma non imporre, suggerire senza proclamare, interrogare piuttosto che rispondere”. In breve, la vera libertà del uomo che è riuscito ad affrancarsi tanto dalle passioni come dalle costrizioni sociali.
Alain Bauer (Gran Maestro del Grande Oriente di Francia, ndr), del quale plaudo l’iniziativa che ci riunisce in questo giorno, ha evocato la nascita della Massoneria in Francia all’alba del XVIII secolo con questa bella formula: “È il popolo dell’Enciclopedia che cerca di diventare il popolo dell’Illuminismo”. Nato tra gli spasmi delle guerre civili e religiose inglesi, l’ideale massonico, quello di Isaac Newton, sognava di sostituire ai dogmatismi il dibattito sul progresso scientifico, di allentare la stretta, di spaccare la rigidità, per instaurare uno spazio di libertà, fuori dai tabù e dagli indici dell’epoca.
La Massoneria può attribuirsi con fierezza questa storia e queste convinzioni. Esse sono il fondamento del suo impegno. Esse permeano le sue tradizioni. Sono passati tre secoli e voi custodite tutto questo affinché i vostri lavori continuino a compiersi nella libertà, nel rifiuto di certezze, con un respiro internazionale, cercando sempre la serenità indispensabile su cui deve essere portata la riflessione, lontano dalle agitazioni del mondo.
La Massoneria ha pagato caramente la sua fedeltà alle tradizioni, il suo impegno al servizio dell’uomo, venendo perseguitata da tutti i totalitarismi.
Le nere ore dell’occupazione e del collaborazionismo l’hanno dolorosamente marcata. Nell’agosto 1940, una legislazione anti-massonica fu promulgata. Le Obbedienze furono sciolte, i loro locali occupati, i loro templi devastati, i loro archivi distrutti, le loro collezioni trafugate. I Massoni sono stati denunciati, i loro nomi dati all’occupante nazista. Molti fra di loro furono deportati e trovarono la morte nei campi di concentramento. Mai nella sua storia, la Massoneria francese, che si era sempre sviluppata nel più grande rispetto delle istituzioni e delle leggi, aveva dovuto subire un tale scatenamento di violenza e di odio.
Questo accanimento non può che essere spiegato con l’indefettibile attaccamento dei Massoni alla Repubblica. Hanno aiutato la Repubblica a nascere, diffondendo le idee della ragione e del progresso. L’hanno vegliata nei momenti in cui era fragile o aggredita. L’hanno nutrita di quanto le occorreva e dei loro pensieri. Sono stati sempre in prima fila per difenderla.
Durante i secoli XVIII e il XIX furono tra tutti i naturali combattenti contro l’autoritarismo. Sin dalle origini nelle taverne, contribuirono a difondere i valori che furono quelli della Rivoluzione Francese che proclamò la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino. Nel grande slancio del 1848, militarono per le libertà politiche e sindacali, per la libertà di stampa, per la libertà di associazione, per l’abolizione della schiavitù.
Dopo aver contribuito a far nascere la Terza Repubblica, sono stati numerosi ad impegnarsi nella Lega dei Diritti dell’Uomo, per il trionfo dell’innocenza del Capitano Dreyfus. Qualche anno prima, avevano preparato, in larga parte, e ardentemente sostenuto la legge del 1882, legge capitale per la Repubblica, che istituiva l’insegnamento primario obbligatorio, laico e gratuito. Con la stessa fermezza, lo stesso entusiasmo, hanno appoggiato la legge del 1901, che garantiva la libertà d’associazione, e poi quella del 1905, che separa le chiese dallo Stato.
La lotta per la laicità deve molto al loro impegno. È una battaglia d’ogni momento che resta ancora d’attualità. La battaglia per la tolleranza e per una fratellanza fondata sul rispetto altrui che non discrimina le diversità, né le origini, né le credenze religiose.
Nel corso del tempo, con l’affermazione della Repubblica e dei valori universali che difende, la Massoneria francese ha saputo attirare donne e uomini impegnati nella vita sociale e che rappresentano la Francia in tutte le sue componenti.
Non c’è grande questione sociale relativa alla condizione umana che i Massoni non abbiano affrontato. Recentemente, in forma individuale o collettiva, sono intervenuti nei dibattiti sul ruolo delle donne nella nostra vita pubblica, sulla bioetica, sull’accoglienza e l’inserimento degli handicappati, sul futuro della scuola, sulla costruzione dell’Europa, sullo sviluppo sostenibile, sulla globalizzazione, sulle diversità culturali ed anche sulla questione dell’impatto demografico e l’adattamento necessario della società francese e delle sue strutture.
Dato che i Massoni hanno a cuore soprattutto l’umanità, si trovano in prima linea nella lotta contro il razzismo, l’antisemitismo, e la xenofobia, contro le discriminazioni e contro la violenza. Per voi non esiste progresso individuale o collettivo, non esiste una vera convivenza se non si è affrancati dalle passioni e dagli interessi particolari, affrancati dai comunitarismi e dagli integralismi, affrancati dall’ignoranza e dagli antagonismi che questa genera.
Signore e Signori, state vivendo questo anniversario che ci riunisce come un rinnovato impegno per l’avvenire, per altro progredire, per altre libertà.
Adesso, voglio rendere onore al vostro impegno che gioca un ruolo essenziale nel radicamento dell’ideale repubblicano in Francia. Ricevendo tutti voi, desidero testimoniarvi il rispetto della Nazione per ciò che siete e ciò che fate».
Si è, e giustamente, sottolineato questo curioso particolare, e cioè che il giorno prima della "notte della democrazia", il sequestro (illegittimo?) delle liste dei massoni di Calabria e Sicilia da parte della Commissione Antimafia presieduta da Rosy Bindi, il presidente francese Hollande testimoniava ancora una volta il suo rispetto per la storia, gli ideali e la tradizione della Massoneria. Ma Hollande, che anni fa si recò anche in Gran Loggia, non è l'unico presidente francese che ha reso omaggio ai fratelli. Prima di lui già Chirac, in uno storico discorso, in presenza di delegazioni massoniche di tutta Europa, che è importante riportare qui.
«Gran Maestri, Signore e Signori,
sono felice di ricevere oggi, gli esponenti di una tradizione filosofica che rappresenta una parte importante in Francia e nel mondo per l’elaborazione e la diffusione degli ideali repubblicani.
Ci sono piccolo storie che contribuiscono a forgiare la storia, eventi che fanno progredire la causa della libertà. La creazione, nel 1728, della prima Loggia francese è uno di questi.
Avete scelto di festeggiare insieme questo fatto e avete voluto associare le Massonerie straniere: a tutte e a tutti vi do il più caloroso benvenuto.
Ricevendovi oggi, desidero rendere omaggio al ruolo civico delle vostre società di pensiero. Ruolo attivo di difesa e di affermazione dei principi repubblicani, un ruolo di vigilanza e di riflessione.
Questo anniversario e anche la vostra occasione di esprimere il concetto giusto di quello che è la Massoneria, al di là dei clichés e delle opinioni.
Avete inserito il vostro impegno nell’eredità dell’Illuminismo. Illuminismo della ragione, della tolleranza e della solidarietà umana, della libertà: la libertà assoluta di coscienza, la libertà del dubbio, perché il dubbio è il motore del progresso. Una libertà che riassume bene il trittico: “provocare ma non imporre, suggerire senza proclamare, interrogare piuttosto che rispondere”. In breve, la vera libertà del uomo che è riuscito ad affrancarsi tanto dalle passioni come dalle costrizioni sociali.
Alain Bauer (Gran Maestro del Grande Oriente di Francia, ndr), del quale plaudo l’iniziativa che ci riunisce in questo giorno, ha evocato la nascita della Massoneria in Francia all’alba del XVIII secolo con questa bella formula: “È il popolo dell’Enciclopedia che cerca di diventare il popolo dell’Illuminismo”. Nato tra gli spasmi delle guerre civili e religiose inglesi, l’ideale massonico, quello di Isaac Newton, sognava di sostituire ai dogmatismi il dibattito sul progresso scientifico, di allentare la stretta, di spaccare la rigidità, per instaurare uno spazio di libertà, fuori dai tabù e dagli indici dell’epoca.
La Massoneria può attribuirsi con fierezza questa storia e queste convinzioni. Esse sono il fondamento del suo impegno. Esse permeano le sue tradizioni. Sono passati tre secoli e voi custodite tutto questo affinché i vostri lavori continuino a compiersi nella libertà, nel rifiuto di certezze, con un respiro internazionale, cercando sempre la serenità indispensabile su cui deve essere portata la riflessione, lontano dalle agitazioni del mondo.
La Massoneria ha pagato caramente la sua fedeltà alle tradizioni, il suo impegno al servizio dell’uomo, venendo perseguitata da tutti i totalitarismi.
Le nere ore dell’occupazione e del collaborazionismo l’hanno dolorosamente marcata. Nell’agosto 1940, una legislazione anti-massonica fu promulgata. Le Obbedienze furono sciolte, i loro locali occupati, i loro templi devastati, i loro archivi distrutti, le loro collezioni trafugate. I Massoni sono stati denunciati, i loro nomi dati all’occupante nazista. Molti fra di loro furono deportati e trovarono la morte nei campi di concentramento. Mai nella sua storia, la Massoneria francese, che si era sempre sviluppata nel più grande rispetto delle istituzioni e delle leggi, aveva dovuto subire un tale scatenamento di violenza e di odio.
Questo accanimento non può che essere spiegato con l’indefettibile attaccamento dei Massoni alla Repubblica. Hanno aiutato la Repubblica a nascere, diffondendo le idee della ragione e del progresso. L’hanno vegliata nei momenti in cui era fragile o aggredita. L’hanno nutrita di quanto le occorreva e dei loro pensieri. Sono stati sempre in prima fila per difenderla.
Durante i secoli XVIII e il XIX furono tra tutti i naturali combattenti contro l’autoritarismo. Sin dalle origini nelle taverne, contribuirono a difondere i valori che furono quelli della Rivoluzione Francese che proclamò la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino. Nel grande slancio del 1848, militarono per le libertà politiche e sindacali, per la libertà di stampa, per la libertà di associazione, per l’abolizione della schiavitù.
Dopo aver contribuito a far nascere la Terza Repubblica, sono stati numerosi ad impegnarsi nella Lega dei Diritti dell’Uomo, per il trionfo dell’innocenza del Capitano Dreyfus. Qualche anno prima, avevano preparato, in larga parte, e ardentemente sostenuto la legge del 1882, legge capitale per la Repubblica, che istituiva l’insegnamento primario obbligatorio, laico e gratuito. Con la stessa fermezza, lo stesso entusiasmo, hanno appoggiato la legge del 1901, che garantiva la libertà d’associazione, e poi quella del 1905, che separa le chiese dallo Stato.
La lotta per la laicità deve molto al loro impegno. È una battaglia d’ogni momento che resta ancora d’attualità. La battaglia per la tolleranza e per una fratellanza fondata sul rispetto altrui che non discrimina le diversità, né le origini, né le credenze religiose.
Nel corso del tempo, con l’affermazione della Repubblica e dei valori universali che difende, la Massoneria francese ha saputo attirare donne e uomini impegnati nella vita sociale e che rappresentano la Francia in tutte le sue componenti.
Non c’è grande questione sociale relativa alla condizione umana che i Massoni non abbiano affrontato. Recentemente, in forma individuale o collettiva, sono intervenuti nei dibattiti sul ruolo delle donne nella nostra vita pubblica, sulla bioetica, sull’accoglienza e l’inserimento degli handicappati, sul futuro della scuola, sulla costruzione dell’Europa, sullo sviluppo sostenibile, sulla globalizzazione, sulle diversità culturali ed anche sulla questione dell’impatto demografico e l’adattamento necessario della società francese e delle sue strutture.
Dato che i Massoni hanno a cuore soprattutto l’umanità, si trovano in prima linea nella lotta contro il razzismo, l’antisemitismo, e la xenofobia, contro le discriminazioni e contro la violenza. Per voi non esiste progresso individuale o collettivo, non esiste una vera convivenza se non si è affrancati dalle passioni e dagli interessi particolari, affrancati dai comunitarismi e dagli integralismi, affrancati dall’ignoranza e dagli antagonismi che questa genera.
Signore e Signori, state vivendo questo anniversario che ci riunisce come un rinnovato impegno per l’avvenire, per altro progredire, per altre libertà.
Adesso, voglio rendere onore al vostro impegno che gioca un ruolo essenziale nel radicamento dell’ideale repubblicano in Francia. Ricevendo tutti voi, desidero testimoniarvi il rispetto della Nazione per ciò che siete e ciò che fate».